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Economia Mondiale e Italia dopo gli effetti della crisi economica

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Economia Mondiale e Italia dopo gli effetti della crisi economica. Sono passati ormai più di due anni da quanto la crisi dei mutui subprime USA ha coinvolto a cascata quasi tutti i maggiori paesi maggiormente industrializzati. Cerchiamo allora di capire a che punto ci troviamo sia a livello mondiale, sia a livello Italia, e comprendiamo quali saranno le prospettive future.
La crescita dell’economia mondiale nel 2010 si è ripresa, ma rallenta, con andamenti diseguali tra le differenti aree economiche. La dinamica del prodotto nel 2011 si prospetta sostenuta nei paesi emergenti e in via di sviluppo, moderata nelle economie avanzate. In Italia il PIL si espanderebbe a ritmi inferiori alla media dell’area dell’euro. Tale dato era certo aspettarselo visto che solitamente gli effetti maggiori delle crisi economiche vengono subiti dalle economie fortemente sviluppate a vantaggio dei Paesi più arretrati. Nelle economie avanzate l’intensità della ripresa è connotata da rischi. La domanda mondiale potrebbe risentire del rientro delle misure straordinarie di sostegno attuate durante la crisi; le decisioni di spesa di famiglie e imprese potrebbero essere frenate dall’esigenza di ridurre l’indebitamento e dalla lentezza della ripresa dell’occupazione.
Le tensioni nell’offerta di credito potrebbero riemergere. Le banche ancora non sono pienamente fiduciose e spesso sono restie ad affidare il loro credito ad aziende o a famiglie che non rientrano nei parametri di massima sicurezza.
In sostanzaanche piccoli dubbi di solvibilità frenano le concessioni di credito a privati e aziende, bloccando gli investimenti!
Nell’area dell’euro i mercati risentono del peggioramento dei conti pubblici; nei paesi con acuti problemi di bilancio i premi per il rischio sono molto elevati.
I rischi di contagio sono stati contenuti dalle misure eccezionali attuate dalle autorità europee. In prospettiva, il persistere degli squilibri di finanza pubblica nei paesi avanzati rischia di frenare gli investimenti, di alimentare timori di inflazione, di ampliare ancora i premi per il rischio sul debito sovrano. Ne potrebbero derivare rialzi significativi dei tassi a medio e a lungo termine, con effetti negativi sulla ripresa e sui mercati dei capitali. Ad oggi i tassi di interesse sia a breve che a lungo termine sono tra i più bassi mai registrati negli ultimi 10 anni ma nonostante questo andamento favorevole, la domanda di credito da parte di aziende e famiglie è ancora piuttosto debole e spesso ostacolata dagli istituti finanziari maggiori.
In Italia la situazione finanziaria e la redditività delle imprese sono in miglioramento, ma risentono ancora degli effetti della crisi. Le famiglie e sopratutto i giovani in Italia sono fotemente scoraggiati; l’incetezza è tanta, sopratutto per quanto concerne il lavoro e la prospettiva di avere un casa.
Quando avverrà la completa ripresa ancora non è dato saperlo, per adesso cerchiamo solo di sopravvivere a questa crisi che sta ancora provocando numerosi problemi.